Breviario sulla masturbazione

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Dal film “Io e Annie”di Woody Allen:
“Ei, non denigrare la masturbazione, è sesso con qualcuno che amo”

Già, ma perché denigrarla e considerarla come un qualcosa di abietto, da nascondere e di cui vergognarsi?
Eppure è così.
La mia generazione si nascondeva in bagno o si chiudeva in camera.
Anche il catalogo Postalmarket o Vestro nella sezione intimo erano utili allo scopo.

Ma quello che mi chiedo è: di cosa si deve vergognare una persona che si masturba?

Mi butto sul web, voglio curiosare un po’..

Dal sito www.lalucedimaria.it, estrapolo:

La sua pratica è piuttosto comune tra i ragazzi e le ragazze, ed è uno dei problemi principali che affrontano i giovani cristiani.
Sappiate innanzitutto che la masturbazione non è un segno di disturbo della personalità o di un problema mentale. È un problema molto antico: già il Libro dei Morti degli egizi lo condannava verso l’anno 1550 a. C. Per il codice morale degli antichi ebrei era un peccato grave.
Ho conosciuto uomini sposati che continuano a masturbarsi, pur avendo una vita sessuale regolare con la moglie. Questo dimostra che il vizio della gioventù è continuato e danneggia il matrimonio.
Anche se le lezioni di “educazione sessuale” spesso insegnano che la masturbazione è normale, e perfino necessaria, in realtà va contro la natura e la legge di Dio.

Ah quindi è un problema che afflige l’umanità, Dio Santo.. Pensa te, anche uomini sposati che si masturbano?
Ma che orrore, che cosa gravissima.

Un po’ di storia, presa a stralci qua e là..

Vi sono raffigurazioni di masturbazione maschile nelle pitture rupestri preistoriche il tutto il mondo; molto più rara è invece la rappresentazione della masturbazione femminile, un esempio della quale, una statuetta d’argilla risalente al IV millennio a.C. raffigurante una donna nell’atto di masturbarsi, è stata ritrovata in un sito templare nell’isola di Malta.
Nella civiltà dei Sumeri, apparentemente vi era un atteggiamento piuttosto libero e rilassato nei riguardi della sessualità e la masturbazione pare fosse una tecnica atta a migliorare la potenza sessuale.
Gli antichi Greci consideravano l’autoerotismo come un sostituto normale e sano di altre forme di rapporto sessuale, una valvola di sicurezza contro la frustrazione sessuale distruttiva, e il termine comunemente usato era anaphlan; trattarono inoltre la masturbazione femminile sia nell’arte che nei loro scritti. Diogene di Sinope, considerato come uno dei fondatori del cinismo, accredita l’invenzione della masturbazione al dio Hermes che, provando sincera compassione verso il figlio Pan che era preso da struggimento per la bella Eco la quale non voleva saperne di lui, gl’insegnò il trucco di “fare da sé” al fine d’alleviare la propria sofferenza.
Ancora nel XVII secolo in tutta Europa la pratica veniva comunemente usata dalle bambinaie e governanti per convincere i ragazzini ad andare a letto e mettersi a dormire tranquilli.
Oltreoceano, in un codice di legge della fine del ‘600 della colonia di New Haven in Connecticut la quale seguiva i dettami del puritanesimo, i bestemmiatori, gli omosessuali e i masturbatori erano passibili di pena capitale.
Negli anni tra il 1743 e il 1745 il medico inglese Robert James, nel suo A Medicinal Dictionary, descrive la masturbazione come “produttrice dei disturbi più deplorevoli e generalmente incurabili”, aggiungendo che “non vi è forse altro peccato produttivo causa di tante orribili conseguenze”.
John Harvey Kellogg (Tyrone, 26 febbraio 1852 – Battle Creek, 14 dicembre 1943) era un attivista particolarmente zelante contro il peccato masturbatorio “né la peste, né la guerra, né il vaiolo, né malattie simili, hanno prodotto risultati così disastrosi per l’umanità come l’abitudine perniciosa all’onanismo… le vittime muoiono letteralmente di propria mano”.
Nel 1905 Sigmund Freud nei suoi “Tre saggi sulla teoria sessuale” associa la masturbazione all’uso di stupefacenti, rivelando al contempo che i bambini si masturbano anche durante l’infanzia.

Insomma, vi è un’ampia bibliografia sull’argomento con menti eccelse a condannarla. Sì, ma stiamo scrivendo di qualche secolo fa.
Ed oggi?
Oggi masturbarsi è peccato e vergogna, fa male alla salute, è causa di cecità?
Magari non si crede più che si diventi ciechi, ma diciamocelo che ancora oggi nel 2016 è una cosa di cui non si parla con disinvoltura.
E poi sono anche cambiate le vecchie abitudini.
Internet ha sostituito i nostri cataloghi Postalmarket e Vestro, i fumetti, i giornali.
Insomma, l’ispirazione per una sega gode di strumenti più facilmente fruibili che non qualche anno fa.
E a proposito di seghe, la masturbazione non è, ovviamente, soltanto maschile.
Però curiosando e leggendo, sembrerebbe che quella femminile goda ancora di maggiori tabù di quella maschile.
Il non se ne parla.

Occhio non vede, cuore non duole..

E poi ci sono le chat, le videochat, le app di incontri, i siti di incontri.

A ben vedere il mondo virtuale è una fucina di possibilità. Sì, ma si fa ma non si dice.

Per concludere questo mio curiosare: masturbarsi non fa alcun male, né a se stessi né ad alcun altro (con buona pace di credenze popolari-cattolico-cristiane).

Ovviamente se è un piacere e non un’ossessione.

Cari miei, masturbatevi in allegria!

 

Il Disobbediente1 – © 14.11.2016

Truffati su Ebay? E se denuncio..

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Sono appena rientrato dal Tribunale di Cagliari e mi è venuta voglia di raccontare questa piccola storia..

Nel 2012 decido di acquistare una Console Nintendo Wii, butto un occhio su Ebay e mi sembra una buona offerta: 110 euro. Di solito mi fermo ad osservare i feedback dell’utente per non incorrere in fregature o peggio truffe. Questa volta mi fido di un account con pochi feedback.

Procedo con l’acquisto, ricevo il messaggio con la metodologia di pagamento: ricarica su Poste Pay. Quale scambio di messaggi con l’utente e via, ricarico e aspetto la comunicazione di spedizione.

Dopo la ricarica, il nulla. Le mie mail, che prima del pagamento ricevevano risposta celere, ora giacciono senza alcuna risposta.

Penso: “vuoi vedere che mi ha bidonato?”. Aspetto qualche giorno, niente ancora.

Decido di dare un ultimatum e via mail scrivo: “Considerato il silenzio, se entro breve non ricevo comunicazioni procederò con denuncia alla Polizia Postale”.

Niente..

Attendo qualche giorno, niente..

Mi collego sul sito della Polizia Postale, compilo il form per la denuncia di reati telematici ed il giorno successivo mi reco in quel di Cagliari (ufficio di Via Simento) per formalizzare il tutto.

È il 30 gennaio 2012, nell’ufficio di Via Simento mi fanno compilare e firmare varie scartoffie. Ho con me la stampa delle mail, dei messaggi e la testimonianza del pagamento.

Mi si dice: “Ha fatto bene, anche perché questo individuo lo conosciamo bene ed è l’ennesima truffa che pone in atto. Ed immagini di quante non siamo a conoscenza perché sono pochi coloro che denunciano..”.

Negli anni successivi tutto tace, tanto che avevo anche scordato l’accaduto. È ottobre 2015 quando ricevo un Decreto di citazione a giudizio dal Tribunale di Cagliari.

Vi è la descrizione del procedimento e l’elenco delle parti offese (in totale cinque persone):

  1. Una console Nintendo messa in vendita su Subito – mai consegnata, ovvio – (75 euro)
  2. Sempre la stessa console e sempre su Subito (50 euro)
  3. Una Playstation su Ebay (110 euro)
  4. Console Nintendo su Ebay (110 euro)
  5. Una Xbox360 su Subito (35 euro)

Non vi l’obbligo di presentarsi in Tribunale a meno che non si intenda costituirsi parte civile.

Decido di non presentarmi..

Passano altri mesi di silenzio fino a due giorni fa quando ricevo una telefonata dal comando dei vigili urbani: “Abbiamo urgente necessità di consegnarle un avviso del Tribunale”.

Io spaventato, chiedo “Che? Urgente?”.

Ritiro la notifica e ricordo di cosa si tratta, metto via il foglio di citazione. Vi è l’obbligo di presentarsi.

Siamo ad oggi: alle 9 sono in Tribunale, cerco l’aula.. è la numero 10. Aspetto il turno del procedimento che mi riguarda. Presiede il Dott. Paolo Pes (Giudice Onorario di Tribunale – leggo sul sito del Tribunale).

Bene, tocca a me.. fanno il mio nome.

Il giudice non mi fa leggere il giuramento, come a quelli che hanno testimoniato per gli altri procedimenti, mi dice “Senta, la informo che i tre querelanti prima di lei hanno ritirato la denuncia, quindi è mio dovere chiederle se intende procedere o meno. Stiamo parlando di 110 euro e siccome non si è costituito parte civile non ricaverebbe nulla se andasse avanti, quindi se vuole firmare come hanno fatto gli altri per il ritiro della denuncia..”

“Non ho capito perché dovrei ritirala..”

Mi risponde seccato ed in malo modo “Mi sembra di essere stato chiaro, le ripeto: stiamo parlando di 110 euro, gli altri l’hanno ritirata.. Ora decida cosa vuole fare”.

“Ho capito. Intendo procedere”.

Mi fa sedere, leggere la formula e da quel momento iniziano le domande del p.m e del giudice.

Ed io inizio a sudare, non perché sono in imbarazzo, ma perché mi trattano come se fossi io il truffatore e non il truffato. Mi dicono “Come, dove e quando ha fatto l’acquisto?”.

“Se non ricordo male su Ebay, non ricordo la data precisa..”

P.m e giudice: “Spero lei stia scherzando, non può dare risposte a caso. Ho la sua querela in mano con le sue dichiarazioni rese in data 30 gennaio 2012. Il sito è Ebay, come ha acquistato? Come ha preso contatti con il venditore? Quanto ha pagato? Come? Dove ha fatto il versamento? Ha sentito per telefono il venditore?”.

“Ho preso contatto tramite messaggi su Ebay dopo aver fatto l’acquisto..”

“Quindi lei ha visto un oggetto che costava 110 euro e come l’ha acquistato, facendo cosa? Come?”

“Non ricordo se fosse un’asta on line o un Compralo subito, ci sono due formule possibili di acquisto su Ebay..”

Mi interrompono malamente e mi dicono “Cioè lei non sa come ha acquistato? Guardi che qui non siamo tenuti a sapere cosa sia o come funzioni il sito Ebay, è lei che ce lo deve spiegare.. Lei che è informatico e così ben informato”.

Cerco di ricordare, di rispondere a tutte le loro domande (anche quelle più banali) poi dopo l’ennesimo trattamento da idiota da parte dell’onorevole giudice che mi interrompe e zittisce in continuazione, scelgo di trincerarmi su un “Non ricordo”.

Il p.m mi dice “Lei non ricorda? Eppure quando ha presentato querela alla Polizia Postale ricordava perfettamente, ci spieghi un po’ com’è possibile?”

“Sono passati più di quattro anni, quando ho presentato querela avevo le carte in mano dell’accaduto ed era successo da pochi giorni..”.

Mi interrompono di nuovo e l’onorevole giudice sbotta un “In tanti anni non mi è mai successo di trovarmi così in difficoltà, una querela e non sa che dice..”.

Finisce finalmente questo stillicidio, mi faccio fare il foglio giustificativo per il lavoro e vado via..

 

Ora mi chiedo, ho fatto bene.. Ho fatto male?

Me lo sono chiesto, ma ho pensato e penso che se era giusto nel 2012 querelare (non per recuperare i 110 euro) lo è anche oggi nel 2016. Perché forse credo nella giustizia delle cose, credo che occorre lavorare per guadagnare.

Dopo più di quattro anni mi si convoca per dirmi RINUNCIA, mi si fa passare per idiota (querelare per 110 euro che tanto manco riavrai?).

Quattro anni per una prima udienza di truffa con sberleffo e atteggiamento supponente.

Ringrazio l’onorevole giudice Paolo Pes perché ho davvero pensato “ma chi se ne frega..” per un attimo, ma poi.. credo nella giustizia, ci credo.. Ci credo, forse più, di qualche onorevole giudice.

Qualcuno glielo vada a dire a p.m e onorevole giudice che io ero il cittadino truffato e parte offesa e non il ladro di turno..

E qualcuno gli vada a dire che le carte della querela le avevano loro in mano non io, quindi se sono chiamati a giudicare o fare domande devono sapere loro cosa giudicano.

Cos’è Ebay? E poi giudico, onorevolmente.

 

À bientôt..

 

Il Disobbediente1 – © 28.04.2016