Riflessioni e contorsioni all’italiana

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Il Parlamento della Repubblica Italiana è l’organo costituzionale titolare della funzione legislativa, o potere legislativo, e del controllo politico sul governo. È un parlamento bicamerale composto dalla Camera dei deputati e il Senato della Repubblica.

La notizia di oggi: la Camera approva la fiducia al governo con 383 voti a favore, 154 no.

Quella sul decreto emergenze è la prima questione di fiducia posta dall’esecutivo Letta.

Il governo Letta esordisce ponendo la fiducia, insomma: non si cambia una virgola del decreto, lo stesso deve essere votato esattamente com’è stato presentato.

La pena da pagare in caso di non approvazione: cade il governo perché non ha la fiducia.

Non è questo il caso, non c’era pericolo della mancanza della fiducia.

C’è fretta, c’è fretta.. d’altronde è chiamato il decreto emergenze.

Ma il Parlamento?

Il Parlamento ratifica le proposte del governo, non c’è discussione, non c’è emendamento.

“O mangi di questa minestra o si salta dalla finestra”.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini cambia idea, da un “Non abbiamo nessuna volontà né necessità politica di mettere la fiducia”, ecco il decreto con fiducia annessa.

Il contorsionismo all’italiana è un qualcosa a cui siamo abituati, non ci stupisce che nel giro di poche ore si dichiari un qualcosa ed il suo esatto contrario.

 

Un passo indietro nel tempo: vediamo cosa è successo con il governo Monti.

 

4 dicembre 2011. Viene emanata dal governo, mediante decreto-legge, la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo di circa 30 miliardi di euro in 3 anni.

15 dicembre 2011. Si unanime in seconda lettura Senato al ddl contenente il pareggio di bilancio in Costituzione.

16 dicembre 2011. La Camera approva la manovra economica del governo, su cui era stata posta la questione di fiducia: i sì sono stati 402, 75 i no, 22 gli astenuti.

22 dicembre 2011. Il Senato approva definitivamente la manovra economica del governo, sempre tramite ricorso al voto di fiducia, con 257 voti favorevoli, 41 contrari e nessun astenuto.

1 marzo 2012. Passa al Senato con voto di fiducia il ddl sulle liberalizzazioni con 237 si 33 no e 2 astenuti.

Un lungo elenco fiduciario.

 

Cosa c’è di strano?

C’è che il Parlamento dovrebbe controllare l’operato del governo e non limitarsi alla semplice ratifica dei decreti legge di quest’ultimo.

C’è che non ha un senso logico avere, come cittadini, 630 deputati e 315 senatori sul nostro libro paga se questi non hanno possibilità, se non quella di annuire e dire sempre .

Certo ci sono anche coloro che dicono di no, l’opposizione.. certo.

Ma sia il governo Monti che il governo Letta hanno avuto e hanno una maggioranza bulgara, quindi a nulla vale fare opposizione perché è un semplice no, non è un no costruttivo.

Resta lì, giusto per fare storia ed essere archiviato.

Perché non c’è dialogo, confronto e discussione: o è sì o è no!

Ma possiamo stare tranquilli, è tutto per il nostro bene, perché si vuole salvare l’Italia e gli italiani.

 

Gira la ruota della giostra, i cittadini inerti spettatori di evoluzioni e contorsioni.

 

Ma per favore, lasciatemi morire sereno.

Mi piace di più, o no?

 

Il Disobbediente 1 – © 21.06.2013