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C’è il mare di mezzo. La gente non ci finisce per caso, ma ci va per scelta. |
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Il colore dell’acqua. Non ci sono Caraibi che tengano. |
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La sabbia non è polvere. Si infila nelle orecchie, ma poi esce. |
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L’elicriso profuma di Sardegna, o la Sardegna profuma di elicriso. Ancora non ho capito, ma non è importante. |
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Le danze tradizionali. Dopo tre filu e ferru, ballano anche i milanesi. |
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Gli occhi delle donne. Guardateli, e capirete perché in Sardegna comandano loro. |
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I malloreddos hanno un nome simpatico. |
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Le pecore hanno un’aria filosofica. |
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Cagliaritani e sassaresi sono così impegnati a litigare tra loro che non hanno tempo per noi continentali. |
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La salsiccia sarda è un salume sexy. |
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Le seadas col miele sono una droga consentita. |
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Il ginepro è la versione botanica (e contorta) dei nuraghi: roba solida, che dura. |
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Hanno rovinato la piazzetta sabuada, ma Santa Teresa di Gallura resiste. Scendo a Rena Bianca (passione di mio figlio), mi sdraio e guardo la Corsica che mostra i denti. Magnifico. |
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Sulla strada per Castelsardo sembra di essere in Colorado, e in più c’è il mare a destra. |
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I cafoni stanno (quasi) tutti in Costa Smeralda. |
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Ai miei amici sardi non piacciono i corbezzoli. Così li mangio io. |
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La gente pensa prima di parlare. |
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Rena Majore era più moderna nel 1979 che nel 2009. |
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Niente Camilleri e Montalbano. Ma di Sardegna hanno scritto Satta, Carlo Levi e D.H. Lawrence. Oggi Niffoi, Fois e Soriga (che fa un po’ l’inglese). |
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L’accento si può imitare. Basta allenarsi con amici sardi spiritosi. |
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L’uso del gerundio è affascinante (“Scherzando stai?”). |
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Certe calette sembrano il salvaschermo del computer. |
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Il vento rende nervosi molti turisti, che non ritornano. Meglio. Così si sta più larghi. |
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In un posto circondato dal mare (e che mare!) sono specializzati nella cucina di carne. |
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“Quando il traghetto, al termine della notte, si avvicinava alla Sardegna, alzavamo il naso per sentire il profumo. L’importante era non farsi notare. A diciotto anni sono ammesse battute e parolacce; non la poesia dell’alba sul mare” (romantici ricordi, da Italiani si diventa). |
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Sono terminati i lavori stradali al porto di Olbia. Incredibile. |
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La Sardegna piaceva a Montanelli e a De Andrè. |
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Bortolo Severgnini (1869-1916, fratello del nonno Giuseppe) venne mandato a Tempio Pausania, giovane procuratore del Re. Altri tempi, altre zanzare. |
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Chi dice che i sardi sono piccoli? Sono concisi. |
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Le doppie hanno un crepitio simpatico: ascoltate Francesco Cossiga. Anche quando non sono d’accordo su quello che dice, mi piace come lo dice. |
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Vicino alla magnifica isola grande, ci sono splendide isole piccole (Maddalena, Caprera, San Pietro e Asinara, dove sarebbe il caso di evitare asinate). |
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Alghero sa di Spagna, Cagliari di sud, Palau di vento, Oristano di sole e Masua di zucchero blu. |
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Vermentino freddo e mirto gelato funzionano come la salsa barbeque negli USA: evocatori d’estate. |
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I porcellini sono belli e buoni. |
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Spiaggia del Poetto a Cagliari. La ricordo urbana e decente, e avevano anche i gelati al biscotto. |
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Capo Testa scolpito dal vento. Suona banale, ma è vero. |
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Le donne sarde hanno cominciato a vestirsi in nero molto prima delle PR della moda a Milano. |
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Quando li chiami al telefono, i sardi ricordano sempre chi sei. |
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Il BAM (burino acquatico motorizzato) è abbastanza raro. In mare càpita di sentire il rumore delle onde. |
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Il sughero è più simpatico della plastica. |
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Cala Capra, sotto Palau. Una piscina della Florida senza gli svantaggi della Florida. |
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Se a Montirussu (Aglientu) costruiscono il solito residence, mi rivolgo alle Nazioni Unite. |
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Le piante piegate dal maestrale. Sembrano appena uscite dal parrucchiere. |
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C’è sempre una spiaggia vuota, anche in agosto. |
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L’estate non è un brodino tiepido californiano. L’estate sarda comincia (giugno), continua (luglio), si interroga (agosto), si stanca e se ne va (settembre). Come dire: buone vacanze, ci vediamo là. |